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LA SORELLA INDOMITA DEL DON DELLA MAFIA

LA SORELLA INDOMITA DEL DON DELLA MAFIA

Autore: Zoey Night

MY BROTHER MY OLD FOE
Autore: Zoey Night
12 mag 2025
POV di Mateo~ "Chi ha arrestato la mia inutile figlia?" tuonò il mio padre adottivo, Don Vincenzo Rinaldi, mentre entravo nel suo ufficio. Mi fermai lontano dal suo campo visivo, non avevo intenzione di peggiorare il suo umore proprio quando stava per riconoscermi tra la confraternita. "Cosa vuoi dire! Cosa?" urlò di nuovo, sbattendo il suo bastone sul tavolo di vetro, frantumandolo. Sapevo che qualcosa sarebbe successo nel momento in cui avevo bluffato con l'ufficiale dell'Interpol, Pius Asissi, era divertente, qualcosa per irritare mio padre, ma non sapevo che l'avrebbe fatta così grossa. Sbatto' il telefono sul tavolo, si girò e si avventò su di me quasi immediatamente. "Bastardo! Hai fatto arrestare mia figlia!" ringhiò, "sistemalo! La fai uscire e la riporti qui stasera! Non voglio essere ridicolizzato dalle altre famiglie, che mi chiamano debole per non aver messo in ordine la mia casa! O peggio, che pensano che sia una spia! Tirala fuori e in silenzio, altrimenti puoi dire addio al tuo riconoscimento" aggiunse prima di lasciarmi la camicia e scaraventarmi contro il muro. Strinsi il pugno per la rabbia e la mascella si tese subito dopo, ma mi ricomposi e gli sorrisi con nonchalance. "Consideralo fatto" risposi, uscendo con calma dal suo ufficio. Mentre chiudevo la porta alle mie spalle, la rabbia cominciò a montare dentro di me e mi precipitai fuori dalla villa. Julius, il mio caporegime, notò il mio umore e mi seguì da vicino. "Sarà un problema, Don?" chiese, lanciando un'ultima occhiata alla villa prima di aprirmi la portiera. "Mio padre è un demone, sì, ma questa non è una di quelle giornate, si tratta della mia fastidiosa sorella che viene arrestata e dell'incapacità di Pius Asissi di prendere una fottuta battuta" sorrisi. Si girò dall'altra parte e salì in macchina, prima di fare cenno all'autista di avviare l'auto. "Signore, quali sono i suoi ordini?" chiese, dritto al punto, la sua lealtà era la stessa che aveva con il mio padre biologico, Don Donatelli. Morì quando avevo diciassette anni e, guarda caso, fui adottato dalla stessa persona che mi aveva avvertito di non fidarmi mai. "Dobbiamo farla uscire e riportarla qui" iniziai, "questa sera, altrimenti mi incolperà di qualcosa e mi farà sembrare di nuovo un criminale, non posso permettermelo". Cominciai a chiedermi, conoscendo Pius come un uomo logico, se farla così grossa significasse che voleva qualcosa. Dovevo capirlo. "Organizza un incontro con Pius, io e lui dobbiamo parlare" aggiunsi. Sei ore dopo, è arrivato in aereo dall'Albania, ritardandomi per una ragione. "Cosa vuoi, Pius? Dillo, ma ho bisogno che mi consegni la ragazza in tua custodia, è una minaccia di cui devo liberarmi" iniziai, in piedi di fronte a lui davanti al dipartimento di polizia dell'aeroporto. "I miei capi sono stanchi di tuo padre, lo vogliamo fuori" disse, incrociando le mani. "Lo vogliono loro o lo vuoi tu? So come funziona il ricatto, ufficiale Asissi" dissi con noncuranza. Pius sogghignò e batté le mani. "È così che so che sei l'uomo giusto, tuttavia, sei tu quello che deve farlo, fallo, vogliamo tuo padre fuori dal gioco" dichiarò, "affare fatto?" chiese guardandomi. Mi fermai e lanciai un'occhiata a Julius, che mi fissò soltanto. "Affare fatto" risposi. "Ottimo, ci sentireemo, fammi sapere quando è il momento giusto, per ora, la signorina Ariana è nella sala interrogatori che aspetta che tu la riporti a casa" sorrise, passandomi accanto per entrare nella struttura. Non potevo crederci, sono stanchi della sua merda quanto me. All'improvviso sentii una scarica di potere che mi attraversava, mi sentii come se potessi conquistare. L'unico che mi ostacolava era il mio bastardo fratellastro Emiliano, così l'ho fatto sparire. Feci un respiro profondo mentre calmavo la mia mente infuriata, avevo fatto un patto per tradire il mio patrigno, per salvare la mia fastidiosa sorella dalla prigione. Non è cambiata affatto, interrompe sempre i miei piani di conquista. Ma oggi mi sono rifiutato di impegnarmi nel suo atteggiamento meschino. La sua bocca piena e tagliente incitava un uomo alla rabbia. Mentre entravo nel corridoio che portava alla sala interrogatori, mi fermai davanti alla porta. Mi preparai alla piccola stronza piena di autocommiserazione che ho sempre conosciuto dall'altra parte della porta. Mi tirai indietro un po' quando i nostri occhi si incontrarono all'improvviso. Una bella donna con lunghi capelli fluenti, morbidi occhi nocciola e labbra piene come prugne mi guardò mentre aprivo la porta. Ero sbalordito, questa non può essere Ariana! Proprio mentre stavo per inventare delle parole da dire, mi versò una tazza di caffè caldo in faccia. "Pezzo di merda viscido!" urlò. "Mi hai fatto arrestare!" "Rilassati, c'è stato un errore di comunicazione, è stato tutto risolto e sei libera di andare" dissi, la guardai infiammarsi e si diresse verso la porta aperta quando all'improvviso scivolò sul caffè che mi aveva versato addosso. Come un riflesso, fui spinto a sollevarla da terra, la tenni stretta e la allontanai dal caffè rovesciato. Era sbalordita, ovviamente nessuno di noi se lo aspettava. "Stai bene?" chiesi. "Portami solo a casa" rispose con il viso arrossato, passandomi accanto e uscendo dalla stanza. Il dolce profumo dei suoi capelli lussureggianti ancora sospeso nell'aria. Acconsentii volentieri, pochi minuti prima di mezzanotte l'avevo riportata sana e salva davanti alla villa di suo padre. Aspettai che entrasse prima di entrare anch'io. Non mi ero allontanato molto quando sentii una conversazione nel corridoio. "Wow, mi piace il tuo vestito, così semplice, ti sta bene, stai cercando un look da vergine, pensi che il nostro sia da puttana?" chiese la sua sorellastra Serena, guardando la sorella minore Luna che si guardava il petto nudo, visibilmente aperto per esporre la pienezza del suo seno, indossava un abito rosso dall'aspetto sensuale che mostrava le sue curve. "No Serena, siete entrambe belle, sto solo andando nella sala d'attesa per aspettare che inizi la festa" rispose Ariana in difesa. "Mamma, penso che Ariana ci stia respingendo e si stia comportando come una bigotta per ottenere il favore di papà" disse Luna. "No, siete entrambe belle, preferisco solo questo stile di abbigliamento, non è un grosso problema, okay?" rassicurò, cercando di superare le sue sorelle. "Oh, quindi lo stai respingendo, quindi pensi che le mie ragazze siano da puttana!" ribatté la loro madre. La guardai fare respiri profondi. Era divertente, ero interessato a vedere come sarebbe andata a finire. "Toglilo, dallo a Luna, voglio che lo indossi" disse la sua matrigna dolcemente ma chiaramente, facendomi a volte chiedere se fosse sotto qualche tipo di farmaco. Dovrei intervenire? Ne vale la pena? Sono un coglione, dopo tutto. "Scusa?" chiese guardandole, "no, non succederà" ribatté. Luna si mosse dietro di lei e cominciò a sbottonarle lentamente i vestiti. Guardai con stupore, proprio nel corridoio. Non solo ho pensato a come sarebbe stata fuori da quel vestito giallo, sul mio letto a Milano. Posso vederlo.... Presto Serena si unì a lei e insieme la aiutarono a svestirsi finché non rimase in silenzio nel corridoio con le mutandine e il reggiseno di seta. Ero troppo lontano per vedere e Serena mi bloccava la vista. Potevo sentirla all'improvviso sentirsi imbarazzata. "Sbrigati a vestirti, è quasi mezzanotte, gli ospiti hanno cominciato ad arrivare, tesoro, bentornata a casa" sorrise Maria passandole accanto delicatamente, l'odore del suo soffocante profumo francese riempì l'aria. Poi sentimmo delle voci, lei scattò velocemente con il vestito rosso in mano e si nascose in uno degli angoli, sbirciai dall'angolo e vidi suo padre entrare nel corridoio. Qualcuno era con lui, il suo consigliere Luchi. Sono fottuto, come lo spiego? Sbirciai di nuovo, lo vidi andare in un'altra stanza, mi precipitai verso la porta aperta di fronte a dove mi nascondevo. Mentre correvo, i miei occhi catturarono qualcuno, una donna, i suoi morbidi occhi marroni mi scrutarono mentre mi bloccavo per un momento nella sua bellezza. La sua pelle era morbida e non sapevo che avesse un neo vicino al suo ombelico. Ariana....

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