Cercai di controllare le mie emozioni, ma non riuscivo a smettere di tremare da capo a piedi. Di fronte alle mie domande insistenti, Zac non trovava le parole. Dopo una lunga pausa, finalmente parlò, con la voce roca: "Quindi, sai tutto, eh?" Zac raccontò apertamente il suo passato con Jemma, come se fosse una trama di una tipica fiction televisiva. All'inizio, non gli piaceva molto l'inesperta arrivata sul posto di lavoro. Tuttavia, quando affrontò molte difficoltà e frustrazioni, fu questa giovane recluta a fargli compagnia. Il vento freddo di fuori soffiava tagliente. Zac accese una sigaretta e il fumo gli avvolse il viso, rendendo difficile leggere le sue emozioni. Mi guardò e disse: "Lei è come una piccola palla di sole, sempre piena di energia. "A differenza di te, che tendi ad avere scatti emotivi. "Il lavoro mi dà già abbastanza mal di testa, e tornare a casa da te non fa che aggiungerne." Zac si massaggiò le tempie, con un'aria stanca. "Sammi, sono davvero esausto." Lo fissai inebetita e mormorai: "Allora, perché non hai suggerito il divorzio?" Zac abbassò leggermente la testa, guardandomi con serietà. "Sammi, sono stanco, ma non ho mai pensato di lasciarti. Ho solo bisogno di un posto dove riprendere fiato per poter continuare ad amarti." Quindi, Jemma era il suo modo di trovare un po' di pace, il suo rifugio di tenerezza. Era davvero assurdo e incredibile. Lo guardai scioccata e dissi: "Sei senza vergogna." Zac fece un tiro dalla sua sigaretta, apparendo impaziente e agitato. "All'inizio, ho cercato di essere paziente con te. Ma Sammi, i tuoi scatti emotivi, sono diventati troppo. Eri davvero brutta durante quelle crisi. Mi faceva sentire disgustato."