Mi dimeno sotto di lui, il che lo fa solo ridacchiare contro le mie labbra. Rinunciando a quello, gli mordo il labbro con forza sufficiente da farlo sanguinare. Sbuffa, tirandosi indietro, e io mi alzo a sedere, spingendolo via. Scendo dal letto e comincio a cercare i miei vestiti, afferrandoli, tirandomi il vestito sopra la testa e infilandomi i tacchi. "Dove stai andando?" sbotta, e lo guardo per trovarlo che si guarda il pollice, lo stesso che ha appena passato sulle sue labbra. Il suo pollice è macchiato di sangue, e un po' gli cola giù per il mento. "A casa!" gli dico. "Vuoi già dirlo a tuo padre?" chiede con una voce beffarda che mi fa lanciargli un'occhiata. Penso di essermi immaginata il tono mentre si passa le dita tra i capelli, sembrando una sorta di dio greco di perfezione. Lo guardo mentre si alza, i suoi occhi argentati che mi osservano muovermi per la stanza mentre cerco la mia pochette. Trovandola, la afferro dal comodino. "Elena!" chiama Axton proprio mentre allungo la mano verso la maniglia della porta nella mia fretta di uscire da lì. "Se te ne vai, il mio lupo ti darà la caccia, Elena," dice, passandomi il mio telefono che mi sono dimenticata di prendere. Lo prendo, girandomi per affrontarlo e puntandogli il dito contro. Il mio lupo ulula nella mia testa, sapendo cosa intendo fare, ma la ignoro, sapendo che non verrà niente di buono dall'essere accoppiata a quest'uomo. "No, non lo farai perché io, Elena Hale, ti rifiuto, Alpha Axton Levin del branco di Nightfall," gli sbotto contro. Ringhia furiosamente, afferrandomi il polso e tirandomi verso di sé. "Hai appena fatto un grosso errore," ringhia, e i suoi occhi sfarfallano mentre sento il legame che mi lega a lui dissolversi. "L'unico errore che ho fatto è stato ieri sera," ringhio di rimando. Ride e scuote la testa. "Tornerai a strisciare da me. Me ne assicurerò, Elena. Perché io rifiuto il tuo rifiuto," ringhia prima di respingermi indietro. "Non puoi rifiutare il mio rifiuto! Ho sentito il legame spezzarsi," sbotto mentre le grida del mio lupo per il suo compagno echeggiano nella mia testa. "Spezzato per te, non per me. Non vuoi accettarlo, ma lo farai. Mi accetterai, Elena, se sai cosa è buono per te." I suoi occhi sfarfallano di nero, e il suo lupo si fa avanti, i suoi canini che scivolano fuori tra le sue labbra socchiuse mentre mi preme contro la porta con le sue braccia che mi rinchiudono. "Tornerai da me, piccola compagna," ringhia il suo lupo, la sua voce più dura e fredda di quella di Axton. Mi chiedevo quale fosse il nome del suo lupo, ma mi rifiutavo di dargli la soddisfazione di chiederlo. Invece, quando parla sopra di me, lo guardo male, sul punto di dirgli di andare a farsi fottere. "Non costringermi a darti la caccia. Torna indietro, e potrei perdonarti. Se mi fai inseguire, mi assicurerò che tu non scappi mai più da me," ringhia prima di staccarsi dalla porta. Deglutisco, allungando la mano verso la maniglia. "Hai due settimane. Dopo di che, verrò a prenderti," mi dice il suo lupo. "Chiedi perdono, Elena. Ti prego, non farlo," implora il mio lupo, ma la ignoro. Con un sbuffo, mi giro, aprendo la porta e sbattendola dietro di me. Fottuti Alpha! Prendo un taxi per tornare a casa prima di cercare di intrufolarmi in casa come un ladro nella notte. Tuttavia, nulla sfugge a mio padre, e nel momento in cui varco la porta ed entro nell'atrio, lo vedo seduto su una poltrona nel soggiorno, che mi guarda male. "Dove eri?" domanda, e rabbrividisco al suono aspro della sua voce che mi gratta nella testa. "Fuori!" rispondo mentre mi strofino le tempie, sul punto di andarmene quando si alza dalla sua sedia. Sobbalzo, tentando di accelerare il passo ma non sono abbastanza veloce. La sua enorme mano mi afferra il braccio, facendomi roteare per affrontarlo. "Ho chiesto, dove eri?" ringhia prima di annusarmi. "Di chi è questo profumo?" La sua presa si stringe sul mio braccio. "Di nessuno. Alisha e io siamo uscite," gli dico. "Perché sento un profumo maschile su di te? Con chi hai passato la notte?" sbotta, e io deglutisco, pensando al primo nome che mi viene in mente. "Con Jake. Siamo andati in un club," mento. Mi annusa di nuovo, il suo naso quasi tra i miei capelli, e prego la Dea Luna che non riconosca il profumo di Alpha Axton. "Questo non è un profumo umano," sbotta. Jake è umano, mio padre lo sa, ed è gay. Nonostante il suo disgusto per gli umani, Jake è l'unico uomo che mio padre mi permette di frequentare perché è sicuro e non rappresenta una minaccia. Ogni fidanzato o uomo che si avvicina a me, papà lo spaventa, alla fine. "Stai mentendo. Conosco il profumo di Jake. Con chi eri?" ringhia, i suoi artigli che scivolano fuori e dentro il mio braccio. Soffio e cerco di strappare il mio braccio dalla sua presa. "Probabilmente è qualcuno del club. Prima indossavo il maglione di Alisha," gli dico, sapendo che, se messa alle strette, lei mentirà per me come ha fatto in passato. Mi lascia andare, squadrandomi con sospetto. "Non manchi mai alle riunioni del branco. Sei la figlia di un Alpha." "Eppure mai per essere un Alpha," ribatto. "Quindi, fanculo le tue riunioni. Portaci Luke. A quanto pare, essere la primogenita e legittima erede non significa nulla. È lui quello che hai scelto al mio posto. Fallo partecipare e fare il tuo lavoro per te!" Non che lo voglia per Luke, ma sono reduce da una sbornia, sono arrabbiata e il mio lupo non ha smesso di ululare da quando ho rifiutato Axton. Papà alza la mano come per schiaffeggiarmi, ma indurisco il mio sguardo quando mamma esce in vestaglia e pantofole, i suoi capelli biondi un disastro. "Tutto bene?" chiede. Papà la guarda. I suoi occhi si addolciscono, e le sue spalle si abbassano leggermente. "Va tutto bene, tesoro," le dice, camminandole incontro. Mamma mi guarda con preoccupazione, e papà mi lancia un'occhiataccia. Li guardo andarsene prima di dirigermi verso la mia stanza.