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Il principe e la sua schiava del sesso

Il principe e la sua schiava del sesso

Autore: Joooooe

Due | L'arrogante principe playboy
Autore: Joooooe
8 mag 2025
~Nadia~ Mia sorella adorava essere frustata e sculacciata. Era una pervertita, come quasi tutte le cortigiane che conoscevo. A volte mi chiedevo se da neonata non mi avessero scambiata per sbaglio. Le donne della mia famiglia erano di una bellezza sconvolgente: le mie sorelle, mia madre, le mie cugine, le mie zie. Curve da capogiro, visi che ammaliavano, e si ammazzavano di fatica per restare in forma. Io ero l'anomalia. Avevo il potenziale per essere sexy, se mi ci fossi impegnata. L'idea di orge e poliamore non mi eccitava affatto, mi ripugnava nel profondo, e l'unica cosa che volevo era fuggire. Ma la vita era una puttana e, se avessi fatto una cazzata del genere, sarei finita in un bordello prima o poi. È un mondo di uomini, e gli uomini sono tutti stronzi. Perlomeno, gli stronzi di sangue blu avevano i soldi e ci trattavano con un minimo di rispetto. La vita a palazzo era quasi perfetta, almeno fino al mio diciottesimo compleanno. Perfetta, se non fosse stato per quelle dimostrazioni dal vivo a cui ero costretta ad assistere: vere e proprie orge di gruppo. Noi, gente come me, venivamo addestrate fin da bambine a dare piacere ai reali. Dovevamo restare vergini fino ai diciotto anni. E il reale che ci adocchiava per primo si prendeva il diritto di "scoppiare la ciliegina". Se piacevamo a più di un reale, tanto meglio, no? Eravamo obbligate a spiare uomini e donne, rigorosamente maggiorenni, mentre si abbandonavano a pratiche sessuali di ogni tipo; in quel palazzo, il sesso era un affare pubblico. Un intero harem di cortigiane veniva messo a disposizione per soddisfare un principe schifoso e la sua sposa o concubina. Mia sorella, che aveva quattro anni più di me, lo faceva con evidente soddisfazione. Era un asso nel fare pompini e lap dance, qualsiasi cosa pur di far eccitare i reali. E le piaceva farsi scopare e maltrattare, traendo un piacere quasi masochistico da quelle umiliazioni. Ian era il principe più giovane, da poco aveva compiuto ventiquattro anni. Era famoso per il suo appetito insaziabile e per la sua capacità di mandare una donna ai pazzi per il desiderio. Si diceva che i suoi fratelli maggiori fossero crudeli e violenti. Damian, l'erede al trono, aveva avuto una moglie bellissima, ma l'anno precedente lei si era stancata delle sue perversioni a letto ed era scappata con mio cugino, un adone con un cazzo da far paura. Si diceva che fossero entrambi morti. Io non davo nell'occhio, nessuno mi notava mai, e potevo tranquillamente coltivare i miei hobby e fare quello che mi pareva, andare dove volevo, purché rimanessi vergine. Ma tutto è cambiato la settimana scorsa. Io e un'altra cortigiana, di una famiglia diversa dalla mia, compivamo gli anni lo stesso giorno. Mia zia, ubriaca fradicia e piena di orgoglio, ha fischiato a Ian, che stava passando per il corridoio, e ha annunciato a voce alta che ero tutta sua. Lui mi ha squadrata con un'espressione indecifrabile, il suo sguardo intenso mi ha bruciato la pelle. Ho sempre avuto una cotta per lui e, ogni volta che ne avevo l'occasione, mi perdevo ad ammirare quel suo corpo scolpito. Quante volte mi sono toccata pensando a lui e a quel cazzo che avevo visto tante volte durante le dimostrazioni. Ma quelle erano solo fantasie: io nel suo letto, io l'unica nel suo letto, quella che lui amava. Non volevo essere l'ennesima schiava del suo cazzo. Non volevo avere niente a che fare con lui, perché era un uomo dissoluto. Io sognavo un amante semplice, onesto e fedele, che si spaccasse la schiena per guadagnarsi da vivere e che tornasse a casa trovandomi sorridente ad aspettarlo. Qualcuno che apprezzasse tutto quello che cucinavo e che mi lasciasse riempire la casa e il giardino di piante. Non un moccioso viziato e pieno di soldi, che non aveva alcun rispetto per le donne. Pregavo che mi rifiutasse, che dicesse di essere impegnato con uno dei suoi campi di addestramento o con qualche avventura. Di solito se ne andava per giorni interi a caccia, a visitare le proprietà di famiglia, ad addestrare giovani guerrieri e così via. Speravo che fosse occupato anche quella volta. "Con sommo piacere! Carne fresca." Mi ha sorriso con aria di sfida. Mi sono fatta avanti mentre stava tirando di scherma con il suo nipotino e sembrava di ottimo umore. Gli ho detto che volevo rinunciare a quell'accordo, che volevo smetterla di fare la cortigiana. L'ho supplicato di lasciarmi andare e mi sono offerta di servirlo in qualsiasi modo, a lui e al suo regno, tranne che col mio corpo. "Interessante. Preferisci zappare la terra piuttosto che indossare vestiti eleganti e fare la bella?" "C'è molto di più che fare la bella..." "Non ti piace il sesso?" Mi ha interrotta. "Sì, ma non così." "Sei asessuata?" Ma mi sta ascoltando? È inutile parlargli. "La maggior parte delle donne dell'harem sono bisessuali, qualcuna lesbica. Devi sperimentare un po' per capire cosa ti piace." "Io so benissimo cosa sono e cosa voglio." "Stiamo forse giocando a fare il padrone e la schiava nel mio letto?" La sua domanda stupida e fuori luogo mi ha spiazzata. "Cosa vuoi dire?" "Stai forse cercando di fare la dominatrice, adesso?" "Assolutamente no!" "E allora perché mi parli con questo tono? Hai voglia di una bella sculacciata?" I suoi muscoli si sono gonfiati mentre brandiva la spada. Sono rimasta in silenzio. "Hai l'audacia di venire qui a dirmi cosa vuoi?! E fai pure la maleducata quando cerco di darti dei consigli." "Stavo solo provando a..." "Ti è andata male, tesoro. Ti spoglierai per me, quando te lo ordinerò. Chiaro?" Ho annuito. "E ora sparisci dalla mia vista." Ha ripreso a giocare con suo nipote, ridendo spensierato. Ho finto di avere la febbre e non mi sono alzata dal letto il giorno fatidico. Mi ha mandato a chiamare, ma mi sono rifiutata. Immagino che la festa sia andata avanti anche senza di me, ma non se n'è dimenticato. Oggi mi ha convocata. Sono andata nella sua stanza preparandomi al peggio. Ma se le sue punizioni sono così, le voglio tutti i giorni! È stato qualcosa di indescrivibile e non dimenticherò tanto facilmente quelle sensazioni sfrenate. Quando avevo sedici anni, ho avuto un fidanzato segreto per quasi un anno, ma niente di quello che faceva lui mi aveva mai dato un'emozione simile. Il mio corpo è diventato uno strumento nelle mani di Ian, una sua schiava. Non solo per quello che faceva con la lingua, ma anche i suoi baci erano un'estasi. Mi sento di nuovo bagnata solo al pensiero del suo tocco, di quella lingua, di quelle mani che mi accarezzavano il corpo. Dio mio! Che cosa faccio? Il mio corpo lo desidera con una forza che non riesco a controllare.

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