"È la tua assistente," mormorò Ana.
"È il tuo telefono," rispose Damien, con un sorriso sardonico. Per un attimo, Ana pensò di ignorare la telefonata e saltargli addosso. La stava fissando da un'ora, osservando ogni suo movimento mentre si sedeva a leggere. Sapeva che ci stava pensando. Soprattutto dopo la notte precedente. Ma, quando un altro squillo echeggiò nella stanza, decisero che era meglio
















