Catherine si alzò. Tornò in casa, fece un piccolo fagotto dei suoi effetti personali e se ne andò. Ore 2:00. Non voleva disturbare il sonno dell'amica, così si diresse immediatamente all'hotel a cinque stelle più vicino. Nell'atrio, tirò fuori la carta di credito e la porse alla receptionist. Pochi secondi dopo, gliela restituì. "Mi dispiace informarla, ma questa carta non è utilizzabile." Spaventata, la riprese e ne offrì un'altra. Tuttavia, anche dopo diversi tentativi con le altre carte, il pagamento non andò a buon fine. Allora capì: i Jones avevano bloccato tutte le sue carte di credito. Sebbene avesse guadagnato qualche milione di dollari negli ultimi due anni lavorando a diversi progetti, aveva consegnato tutto a Sally, senza tenersi nulla. Di solito utilizzava le carte di credito fornitele da Jeffery per le spese quotidiane, ma anche quelle erano state bloccate. Le rimaneva solo una carta prepagata con poco più di 10.000 dollari. La receptionist perse la pazienza. "Se non può permettersi di soggiornare nel nostro hotel, c'è una pensione a circa 300 metri, girando a sinistra all'uscita principale." Catherine si sentì offesa. "È così che tratta i suoi clienti?" "Sto solo essendo sincera. Non dovrebbe venire in un hotel a cinque stelle se non se lo può permettere." Catherine ormai era esasperata. Non si sarebbe mai aspettata, lei, una giovane donna dell'agiata famiglia Jones, di subire un simile umiliazione. "Io... posso benissimo permettermelo, io..." Tirò fuori la sua carta prepagata, ma esitò. La stanza più economica di quell'hotel costava almeno 2.000 dollari a notte. Data la situazione, non sapeva davvero quando sarebbe potuta tornare a casa dei Jones. Era disoccupata e senza tetto. Come avrebbe potuto sopravvivere in futuro se avesse speso tutto quello che le rimaneva? "Va bene, smettila di fingere. Vai via. Questo non è un posto per te," disse bruscamente la receptionist. Catherine inghiottì il suo orgoglio e lasciò l'hotel, trascinando la valigia dietro di sé. A quell'ora della notte, molti hotel non avevano camere libere. Girò un po' prima di registrarsi in un hotel economico che costava circa 100 dollari a notte. A sua insaputa, qualcuno la fotografò mentre entrava nell'hotel a basso costo e inviò la foto al gruppo chat delle superiori. … Shaun, arrivato all'ospedale veterinario, fu accolto personalmente dal chirurgo veterinario capo. Lo aspettava vicino alla porta, con le labbra strette. L'uomo era pieno di rimpianto mentre rifletteva sulla sua decisione di sposare una donna che non conosceva. 15 minuti dopo, si aprì la porta della sala operatoria. Uscì il dottor Lewis. Shaun fece immediatamente un passo avanti, il viso teso. "Come sta la gatta?" Il dottor Lewis si aggiustò gli occhiali prima di rivelare un sorriso. "La sua gatta è incinta di due settimane." "..." Rimase senza parole. "Congratulazioni," sorrise il dottor Lewis. "Per il nuovo arrivato in famiglia." Shaun inspirò profondamente mentre sopprimeva il forte desiderio di sbottare. Due settimane? Era prima che si trasferissero a Melbourne. Qualche gatto maschio randagio doveva aver approfittato di Fudge mentre vivevano ancora a Canberra. Senza dubbio avrebbe punito l'autore se fosse riuscito a trovarlo. "Ehm… Non sembra che sia contento della notizia. Dovremmo farle togliere i cuccioli?" Il dottor Lewis, che aveva incontrato numerosi padroni di animali domestici, aveva sviluppato un forte sesto senso. "Se è così, possiamo eseguire un'operazione di sterilizzazione per rimuovere i gattini, ma è piuttosto crudele. Ho fatto una radiografia alla gatta prima e porta tre gattini. È una fortuna…" Prima che potesse finire la frase, il dottor Lewis sussultò sentendo uno sguardo mortale che lo trafiggeva. Immediatamente, smise di parlare. Shaun chiese con voce profonda: "Una gatta incinta vomita come una madre umana?" "Dipende dalle condizioni di ogni gatta," spiegò il dottore con un sorriso, "Alcune persone che non sanno meglio penseranno che la gatta abbia problemi digestivi." Era esattamente quello che pensava Shaun. Aveva persino dato la colpa a Catherine. Gli sembrava di ricordare di averla spinta a terra prima di andarsene. In altre parole, le aveva fatto un torto. Frustrato, si massaggiò la zona tra le sopracciglia. Si chiese come stesse quella donna in quel momento.