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La vendetta della sposa misteriosa

La vendetta della sposa misteriosa

Autore: milktea

Capitolo 7: Vivere Insieme
Autore: milktea
22 giu 2025
Kevin si morse la lingua allo Starlight Club; non voleva fare una scenata e non riusciva a capire chi fosse veramente Selina. Il club aveva le sue regole: l'interesse reciproco andava bene, ma se uno veniva respinto e continuava a importunare qualcuno, doveva solo ingoiare l'imbarazzo. La gente al bar non poté fare a meno di sogghignare per la sfortuna di Kevin. "Ti hanno rifiutato, Kevin? Che sfortuna," lo stuzzicò qualcuno. "Ah! Lei gli ha tirato addosso il drink, amico! Quella ragazza ha un bel fegato," disse un altro. "Selina? Cosa ci fai qui?" una voce scioccata interruppe. Selina voleva solo sparire. 'Sono venuta solo per sentire il live di Lydia. E adesso questa banda di seccatori?' pensò tra sé. Era Ashley a fare tutto questo casino. Era tutta agghindata in un nuovo vestito rosso di Hermès e barcollava sui tacchi a spillo, con la sua vecchia borsa Chanel in mano e i capelli ben fatti. Avrebbe rubato la scena se non fosse stato per il trucco pesante che la faceva sembrare uscita da un tutorial di makeup su YouTube. Ashley era sbalordita nel vedere Selina. 'Una ragazza come Selina, senza un soldo in tasca, come ha fatto a entrare? Si è imbucata al braccio di un sugar daddy?' si chiese. Ma Ashley non riusciva a nascondere il suo mostro dagli occhi verdi. Anche nelle luci soffuse e fresche del club, Selina brillava, eclissando Ashley senza sforzo. Ashley si era sempre vista come quella superiore, ma le carte si erano invertite. Selina, ancora con i suoi vecchi vestiti economici dei suoi giorni con la famiglia Harvey, ora si muoveva con una grazia fresca e seducente che era affascinante. Non poteva fare a meno di chiedersi: 'Qual è il suo segreto, una crema magica per il viso?' Kevin guardò due volte: "Selina... sei la sorellina di campagna di Ashley?" Ma questa non era una timida topolina; questa era una rosa, spine comprese. A Selina non importava niente della loro soap opera. Si allontanò, senza degnarli di un altro momento di attenzione. "Selina..." Ashley cominciò a seguirla, ma fu tirata indietro. "Che c'è, Ashley?" chiese una voce suadente. Timothy Clark era lì, alto e imponente, il signor Quattrini in persona, in un elegante abito Armani che gridava 'élite'. "Timothy, è... è Selina. L'ho vista qui. È colpa mia se non è più con la famiglia Harvey..." Vedendo Timothy, Ashley aprì le cateratte, piangendo a dirotto mentre si lasciava sprofondare tra le sue braccia consolatorie. "Selina?" Timothy mostrò a malapena una ruga di preoccupazione, pensando alla vecchia, dimenticabile Selina. Strinse la presa su Ashley. "Non piangere, Ashley. Tu sei la vera affare, dolce e innocente. I casini di Selina non dipendono da te. Non piangere, okay? Mi spezzi il cuore." "Ma non eri fidanzato con Selina una volta?" disse Ashley. "Non preoccuparti, Ashley. Sai che ho occhi solo per te." 'Selina ha tagliato i ponti con la famiglia Harvey?' La mente di Kevin corse, e sgattaiolò via dietro a Selina, silenzioso come un'ombra. Ashley, avvolta nella presa di Timothy, non poté fare a meno di un sorriso sornione e freddo quando vide Kevin seguire Selina. Selina si schizzò il viso con acqua fredda in bagno e controllò l'ora sul suo telefono: 19:50. L'inizio dello spettacolo era tra dieci minuti. L'ultimo messaggio dai suoi messaggi suonò: era da Trevon. [Ti trasferirai da me a partire da domani per la truffa,] le aveva scritto. Selina strinse le labbra, rispondendo rapidamente: [Okay, ma prima incontrati con me al centro servizi del governo locale domani, alle 15:00. Potresti essere utile.] Poi spense il telefono. Selina sarebbe tornata con Lydia dopo lo spettacolo di quest'ultima. Era tutta concentrata a vivere la sua vita migliore: niente spazio per drammi della famiglia Harvey stasera. Come se fosse un segnale, qualcuno fece irruzione nel bagno delle donne, girando il cartello "Pulizie in corso" con un clic. C'era Kevin, il tipo che aveva innaffiato di vino prima. "Seriamente, pensavo che fossi qualcosa, che te ne andassi in giro con tutta quell'aria. Ma a quanto pare sei solo una ragazza rifiutata dalla famiglia Harvey, non è vero? Non amata e tagliata fuori. Hai usato il nome della famiglia Harvey per intrufolarti allo Starlight Club, scommetto. E osi fare la superiore con me? Una 'principessa' senza nessuno che la sostenga. Dovresti sentirti onorata che ti stia persino parlando; dopotutto sono un Clark. Stai con me e avrai tutto," disse Kevin, squadrando Selina con un sorriso viscido. I suoi occhi si socchiusero mentre si strofinava le mani, sorpreso che Selina fosse ancora più splendida della sorella minore. Kevin era ben consapevole che il club non aveva telecamere di sicurezza nei bagni. Dato l'eccellente insonorizzazione dello Starlight Club, pensò che questa fosse l'occasione perfetta per far piegare Selina alla sua volontà. Una volta che l'avesse avuta, era sicuro che lei lo avrebbe visto come il suo biglietto per uno stile di vita sontuoso. Con sua sorpresa, Selina fece un passo avanti. "Ti arrendi già? Cos'è successo al tuo coraggio? Pensavo che saresti stata una sfida maggiore..." disse Kevin, mostrando un sorriso giallo con denti macchiati di fumo. Wham! Lo stivale di Selina si diresse dritto verso le parti intime di Kevin. Crollò, rantolando e boccheggiando come un pesce spiaggiato, tutto raggomitolato dal dolore. "Te la sei cercata," sibilò Selina, assestandogli un altro calcio veloce allo stomaco. Kevin vomitò, sputando fuori le sue precedenti indulgenze, il dolore lo lacerava, l'istinto di sopravvivenza si attivò. Pronunciò a denti stretti: "Come osi... fare questo a un Clark..." Il piede di Selina sbatté di nuovo, questa volta sulla sua faccia. Dopo essersi assicurata che si sarebbe ricordato di questa lezione, uscì dal bagno pavoneggiandosi, senza un capello fuori posto. Poi si fermò di colpo. Lì in piedi c'era un uomo con uno sguardo affilato come l'acciaio, che proiettava una luce quasi sacra nell'oscurità. Il suo profilo, colpito dalla debole luce, era a dir poco mozzafiato. "Trevon?" esclamò.

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