Michael sedeva sulla sua sedia a rotelle nel salotto, i suoi occhi che controllavano costantemente l'ora. Erano già le 22:25 e Sasha non era ancora tornata. Era preoccupato e, a peggiorare le cose, non sapeva nemmeno dove fosse, non che non potesse scoprirlo se lo volesse, ma non voleva. Niente più pedinamenti, non avrebbe più cercato di sapere in anticipo, avrebbe saputo dove si trovava solo se l
















