Madeline crollò a terra dopo essere stata colpita a tradimento da un calcio. Protesse istintivamente il ventre. Prima ancora che potesse spiegare, Jon le sferrò un altro schiaffo sulla testa.
“Str***a! Perché Meredith si dovrebbe uccidere per una come te! Sei tu quella che merita di morire!”
Ogni parola uscì dalla bocca di Jon tra i denti serrati, sibilata con un odio viscerale. Disprezzava Madeline fino al midollo.
“Papà, va bene. Non ero destinata a stare con Jeremy. Non incolpo Maddie.” Dal fondo della stanza giunse il suono singhiozzante di Meredith.
Un angolo delle labbra di Madeline sanguinava, la testa le pulsava dal dolore. Resistette e alzò lo sguardo. Vide Meredith appoggiata al petto di Jeremy, le lacrime che le rigavano il viso.
Jeremy stringeva a sé Meredith che singhiozzava, gli occhi pieni di una tenerezza protettiva. La scena, apparentemente confortante, trafisse Madeline come un pugnale al cuore.
Se non fosse successo quello, la moglie di Jeremy sarebbe stata Meredith, non una ragazza selvaggia che viveva a carico di altri. Pur non essendo stata lei a ordire il piano, in quel momento si sentiva colpevolissima.
“Mer, stai ancora aiutando quella str***a? Se non avesse teso quella trappola, adesso saresti la signora Whitman! Non saresti così disperata da volerti uccidere per la separazione da Jeremy. Sei troppo buona ad aiutarla ancora!” Jon era indignato per la figlia.
“Papà, basta.” Meredith sospirò, guardando Madeline con occhi pieni di dolore. “Maddie, se ti piaceva Jeremy, potevi dirmelo. Non avrei lottato con te. Perché hai fatto tutto questo, solo per averlo? Sono così delusa da te.”
“Mer, io non…”
“Come osi dire che non sei stata tu!” Jon era furibondo. “Sei ancora testarda, str***a? Bene, ti uccido!”
Dopo aver pronunciato quelle parole, sollevò una sedia. Madeline si rannicchiò, spaventata, portandosi le mani sul ventre.
“Perché sei ancora qui? Vuoi essere uccisa?” chiese Jeremy con freddezza.
Jon si bloccò, la sedia ancora in mano.
Madeline, tremante, si alzò in fretta da terra. Per il suo bambino doveva andarsene da lì, e subito.
Abbassò la testa di fronte agli sguardi accusatori, coprì il viso gonfio e fuggì zoppicando.
Giunta all'ingresso, si accorse di aver lasciato il telefono. Dovette tornare indietro.
Raggiungendo l'ingresso dell'ascensore, la porta si aprì proprio in quel momento. Madeline vide Jeremy uscire quasi per caso.
Era eretto, impassibile. I suoi lineamenti delicati spiccavano tra la folla. Ma ciò che la incuriosì fu la sua fretta. Non avrebbe dovuto restare più a lungo con Meredith?
Non osò pensarci troppo. Abbassò la testa ed entrò nell'ascensore.
Si sentiva una ladra vergognosa. Arriva davanti alla porta di Meredith e scorge il suo telefono nell'angolo della parete.
Madeline voleva andarsene dopo aver recuperato il telefono, ma nel momento in cui si chinò, sentì provenire dall'interno della stanza una risata squillante di Meredith.
“Humph, mi sento così felice pensando a come quella contadinotta è stata picchiata fino a non riuscire più ad alzare la testa.”
Contadina?
Madeline non ci credeva. Quella contadinotta era lei?
“Humph, se quella sera non fossi entrata nella stanza sbagliata, sarei stata io a passare la notte con Jeremy! Come avrei potuto lasciare che quella contadinotta ne traesse beneficio? Mi sento così disgustata ogni volta che penso a come Jeremy sia stato contaminato da quella contadinotta!”
Dopo le parole di Meredith, il viso di Madeline impallidì. Si irrigidì, come se le mancasse improvvisamente il respiro.
La verità stava emergendo, ma lei non aveva il coraggio di crederci.
















