MICHAEL
Dissi a Jacob di seguirmi in camera e lui, in silenzio, obbedì. Sentivo che era in agitazione all'idea di dividere la stanza con me quella notte. Non capivo perché. A questo punto, ne avevamo passate fin troppe perché si sentisse timido.
"Allora...ehm...questa è la mia stanza," dissi, impacciato.
Jacob abbozzò un sorriso furbo. "Fammi indovinare. Quello è il tuo letto."
Scoppiai a ridere,
















