JACOB Guardai Michael, chiedendomi cosa diavolo gli prendesse. Si comportava in modo strano, il viso e il collo gli si arrossavano di continuo. Forse stava covando qualcosa. Prima, quando ero andato a controllare in bagno, mi aveva liquidato dicendo che stava bene, ma non mi aveva convinto. Così avevo deciso di tenerlo d'occhio. Però, una volta arrivati al bar, sembrava essere tornato normale per il resto della serata. Ordinai un giro per tutti e ci dividemmo in due squadre per giocare a biliardo. "Michael è con me, visto che gli ho promesso di insegnargli a giocare," annunciai, dandogli una pacca sulla spalla. "Ma certo, rubami pure il ragazzo, perché no?" Alison roteò gli occhi. "Ti capisco, sorella," scherzò Francis. "Ti va bene, Mike?" Lo guardai, ammiccando. Michael abbozzò un sorriso timido. "Tutto ok." Facemmo un paio di partite e, wow… Michael non scherzava quando diceva di essere negato. Era un disastro totale. "Ok, campione, mi sa che stai spingendo la stecca con troppa foga," ridacchiai, mentre Michael spediva la palla bianca dall'altra parte della sala. "Scusa. Troppa ambizione," rise Michael. Era la prima volta che lo sentivo ridere e, lo ammetto, lo trovai ancora più adorabile. "Fammi vedere come si fa, signor Professionista," mi fece l'occhiolino. Immagino che avesse solo bisogno di un po' di alcol per sciogliersi. Mi piazzai dietro di lui e gli mostrai come angolare il braccio. "Devi accarezzare la palla, non colpirla con tutta la forza che hai. Devi controllare i muscoli," scherzai. "Smettila di provarci con il mio ragazzo, Jacob. Gli stai troppo addosso," sbottò Alison all'improvviso. La guardai per capire se fosse seria, ma sfoggiava un sorriso a trentadue denti. "Tranquilla, Ali, non è il mio tipo," risposi ridendo e guardai Michael. Aveva un'espressione seria. L'avevo offeso? Ma va. Perché mai gliene dovrebbe importare se è il mio tipo o no? Ordinai altri shot e finimmo un altro paio di partite. Poi, all'improvviso, mi balenò un'idea folle. "Ehi ragazzi, perché non ci facciamo un bagno?" proposi. Alison scoppiò a ridere. "Sei fuori di testa? Sono le due di notte!" "Mi piace come pensi, Jacob. Ma dove la troviamo una piscina aperta a quest'ora?" Francis mi guardò incuriosito. I suoi occhi azzurri brillavano di eccitazione. Doveva avere voglia di avventura tanto quanto me. "Chi ha parlato di piscina?" Lo guardai con un sorriso enigmatico. "Allora dove andiamo?" chiese Michael. Ci pensai un attimo e mi venne in mente il posto perfetto per una nuotata improvvisata. "C'è un lago a cinque chilometri da qui. E visto che non ho bevuto troppo, posso guidare io e farci un tuffo," dichiarai. "Scusa, fratellone. Non dovresti fare il bravo ragazzo qui?" Alison aggrottò le sopracciglia. "Siamo tutti adulti. Tu sei con il tuo ragazzo. Io sono tuo fratello e Francis è più gay di Boy George. Di cosa ti preoccupi?" Strizzai gli occhi. "Puoi anche tenerti la maglietta. Ho una felpa in macchina, se vuoi cambiarti." "Io voglio andarci," disse Michael con entusiasmo. "Va bene. Andiamo a scovare questo lago," cedette Alison. **** Non ci mettemmo molto ad arrivare al lago. Ci avvicinammo alla riva e ci preparammo per il bagno. Francis si spogliò. Ammirai il suo fisico muscoloso con una certa invidia, poi iniziai a svestirmi anch'io. Notai che Michael mi stava guardando di sottecchi. Mi chiedevo perché continuasse a fissarmi. Distolse lo sguardo non appena i nostri occhi si incrociarono. Inarcai le sopracciglia, poi mi ricordai che prima non si sentiva al meglio. Forse non era stata una grande idea. L'acqua era gelida e l'ultima cosa che volevo era che si sentisse male. "Ehi, non devi farlo se non ti senti bene o qualcosa del genere. Scusa, non ci ho pensato quando l'ho proposto," dissi. Mi guardò confuso. "Eh? Perché pensi che mi senta male? Sono un po' brillo, ma come tutti. Anzi, l'acqua mi farà smaltire," ridacchiò, togliendosi la maglietta. Lo guardai. Aveva un bel petto e una schiena ben definita. La sua pelle sembrava incredibilmente chiara e liscia sotto la luce della luna. Abbassai lo sguardo, come se non dovessi fissare il suo corpo nudo, anche se eravamo entrambi ragazzi. Non è che fossi attratto da lui o altro. Forse era perché era il ragazzo di mia sorella. "Chi si offre per primo?" chiese Francis. "Vai tu a testare l'acqua. Scommetto che è ghiacciata," rise Alison. "Sì, passo per primo," concordò Michael. "Siete un branco di fifoni. Non è niente di che. Guardate," li sfidai, poi corsi verso la riva e mi tuffai in acqua. Alison aveva ragione. Sobbalzai quando l'acqua gelida mi colpì la pelle, ma mi ripresi subito. Non era certo la cosa peggiore che mi fosse capitata nella vita. "Dai, buttatevi, mollaccioni!" gridai. Francis fu il primo a raccogliere la sfida. Scoppiò a ridere quando il suo corpo toccò l'acqua. "Cazzo, è gelida! Un accidenti, dici?" si lamentò. Alison strillò e si tuffò. Vidi Michael che ci guardava ridendo. I suoi occhi azzurri brillavano di divertimento. "Ti decidi o fai la muffa?" gli urlò Alison. Michael esitò un attimo, poi si buttò. Atterrò proprio accanto a me, sollevando un gran spruzzo. Si tirò su e si scostò i capelli bagnati dalla fronte con le dita, poi mi guardò. Sorrisi quando i nostri sguardi si incrociarono, poi nuotai verso di lui. "Ehi, ti senti ancora bene?" sussurrai. Non so perché continuassi a preoccuparmi per lui. Avrei dovuto pensare al mio appuntamento. "Sto bene, Jacob. Non devi preoccuparti," rispose Michael, con una leggera risata. "È solo che sembravi un po' pallido al bar. Magari hai la febbre." D'impulso, allungai una mano e gli sfiorai la guancia con il dorso per sentire se scottava. Lui sussultò come se avesse preso la scossa e mi fissò con gli occhi sbarrati. Strizzai gli occhi. Era stata una reazione esagerata, pensai. Speravo che Michael non fosse omofobo.