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La sposa scambiata del miliardario invalido

La sposa scambiata del miliardario invalido

Autore: Emilyyyyy

Capitolo 2
Autore: Emilyyyyy
21 ago 2025
"Cosa?!" Ero senza parole. Mia zia mi diede un calcio alla gamba da sotto il tavolo, lanciandomi un'occhiataccia che mi avvertiva di non parlare. Tutti mi fissavano con gli occhi spalancati, chiaramente non le credevano; sembravo coperta di stracci, con i capelli in disordine. "Ava può essere avventurosa, stava lavorando a un progetto, ecco perché non ha avuto tempo di prepararsi. Ci dispiace tanto che abbiate dovuto incontrarla in questo modo," disse mia zia tirandomi in piedi. "Ora si cambierà." Mia zia mi trascinò di sopra con sé nella stanza di Ava. "Zia Michelle, cosa stai facendo? Perché hai mentito alla famiglia Jerad e hai detto che sono Ava Canton?" Il mio cuore correva all'impazzata nella sua gabbia mentre il mio cervello cercava di elaborare ciò che stava accadendo. "Sposerai quell'uomo storpio, devi essere Ava finché la pratica matrimoniale non sarà conclusa." Incrociò le braccia sul petto. "No, non posso!" I miei occhi si riempirono subito di lacrime, "Ho un ragazzo. Non voglio sposare un uomo che non conosco." Mi diede un forte schiaffo in faccia. "Lo sposerai, e questo è definitivo." Iniziai a singhiozzare a dirotto, "Non puoi obbligarmi a sposarlo." "Dopo tutto quello che questa famiglia ha fatto per provvedere a te," si accigliò, "se non accetti questo matrimonio, riveleremo al mondo il filmato di tuo padre, sai come ha ottenuto la sua ricchezza, offuscheremo l'immagine che ha costruito!" Minacciò, sapendo quanto amassi preservare la dignità dei miei genitori. Continuai a piangere, "Per favore, non posso sposarlo. Puoi annullare l'offerta di matrimonio, per favore." "E perdere quasi un miliardo di dollari in azioni? Mai." "Zia, per favore!" Sapevo che le mie suppliche sarebbero cadute nel vuoto, come sempre. "Abbassa la voce," disse mentre frugava nell'armadio di Ava, "voi due avete la stessa taglia, mettiti questo." Mi lanciò addosso un abito bianco. Si affrettò alla cassettiera di Ava, tirò fuori la sua borsa per il trucco e le spazzole per capelli. "Uffa, hai l'aspetto e l'odore di un topo, come fai a far parte di questa famiglia?" Mi fece sedere con la forza, "asciuga quelle lacrime subito." Mi asciugai gli occhi con il dorso delle mani, tirando su col naso, sapendo di non avere più scelta. Iniziò a spazzolarmi velocemente i capelli e a raccoglierli in uno chignon ordinato. Mi incipriò il viso pallido e mi applicò un rossetto rosso opaco, "questo fa risaltare i tuoi occhi azzurri, sì, finalmente sembri una Canton." Infilandomi l'abito senza spalline al ginocchio, si illuminò, "sei pronta." * Mentre scendevamo le scale, tutti si girarono a guardarmi. "Scusate per l'attesa." Si scusò mia zia, "ma ora è qui." La signora Jerad aveva un sorriso enorme sul viso, "Tuo padre aveva tanto da dire su quanto sei bella, ora gli credo, sei oltremodo stupenda, molto adatta alla famiglia." "Grazie," rispose mia zia con un sorriso, costringendomi a sedermi a tavola. Cercai di trattenere le lacrime, se avessi pianto, mia zia non solo mi avrebbe uccisa, ma avrebbe rovinato l'immagine di mio padre. "Non voglio ritardi nella pratica matrimoniale, infatti, è per questo che siamo venuti qui oggi, pensavamo che una volta che si fossero incontrati, avremmo potuto iniziare i preparativi." Disse la signora Jared, "Mio marito non è potuto venire qui, ma ha mandato le sue benedizioni, è un uomo molto impegnato. Questi sono i miei figli, Jeremy, Tyler, Cameron, sono i fratelli di Lance." Disse tutto d'un fiato, presentando i tre uomini che erano venuti qui per primi. "Splendido!" Mia zia batté le mani, "allora stabiliamo una data." "Dato che sarà un matrimonio privato con solo i membri della famiglia presenti, stavo pensando a questo sabato?" "Mancano solo tre giorni," disse mio zio, nemmeno lui riuscì a nascondere la sua sorpresa nella situazione. "C'è un problema?" La signora Jared inarcò un sopracciglio verso di lui. Mio zio e mia zia si scambiarono un'occhiata prima che mia zia sfoggiasse il suo finto sorriso a cui mi ero abituata, "perché dovrebbe esserci un problema? Si sposeranno comunque, quindi non c'è bisogno di ritardare, anche se voleste che il matrimonio fosse domani, per noi va bene." "Questa è un'idea ancora più brillante!" La signora Jerad batté le mani per l'eccitazione. Mia zia spalancò gli occhi per lo shock, "è un'idea brillante, ma per quanto riguarda i preparativi?" "Sciocchezze, manderò una squadra per far provare l'abito da sposa ad Ava, tutti i costi saranno a carico nostro, non preoccupatevi di nulla." Si alzò in piedi, "Abbiamo un'enorme sala per eventi nella nostra villa di famiglia, se incarico una squadra di occuparsene, finiranno con le decorazioni domani, tutto questo è così splendido, infatti, ce ne andremo subito per occuparcene." Si alzò in piedi e i suoi figli fecero lo stesso. Non capivo perché fossero venuti qui se non avevano intenzione di dire una sola cosa. Si avvicinò a dove ero seduta e mi mise una mano sulla guancia, con un enorme sorriso stampato sul viso, "entro domani, sarai una Jerad, non vedo l'ora di averti nelle nostre vite." Non capivo come nessun altro si stesse spaventando per il fatto che avessero tanta fretta con tutto. Si voltò per andarsene, con i suoi figli che la seguivano a ruota. Mia zia e mio zio si voltarono per accompagnarli fuori. Gli occhi di Lance si fermarono su di me per un breve momento mentre si allontanava dal soggiorno con il resto della sua famiglia sulla sua sedia a rotelle. Mi sarei sposata con un uomo di cui non sapevo nulla, domani. Beh, buon compleanno a me.

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