Nina si voltò verso la voce. Un ragazzo alto, con una canottiera da basket, era appoggiato con noncuranza allo stipite della porta, le braccia conserte sul petto, e le rivolgeva un pigro mezzo sorriso che era al contempo invitante e provocatorio.
Mentre lo guardava, una strana familiarità la colpì: somigliava leggermente a Clifford. Eppure, laddove Clifford emanava una quieta maturità e autocontro
















