Non voglio lasciare questo paradiso. Ma non ho scelta.
Ed è davvero un paradiso.
Mi sveglio avvolta tra le braccia tatuate del mio russo, la sua lingua che disegna arabeschi sulla mia nuca. La mia metà inferiore si risveglia con veemenza, desiderosa di compiacere. Di essere compiaciuta. La contrazione di quei muscoli delicati fa male, però, per aver avuto Aleksei dentro di me così tante volte da i
















