«Maledizione», impreca Laura alle mie spalle. Torin si blocca a metà del gesto di avvolgermi una benda attorno al polso.
«Mi hai visto», afferma lui. Annuisco lentamente. A giudicare dall'atmosfera nella stanza, non è affatto una buona cosa. Avrei dovuto mentire e fingere di non aver visto nulla. Dire che ero svenuta o qualcosa del genere. Alla mia conferma, Torin mi lascia andare il polso con cautela, allentando la benda, poi si tira indietro, mettendo tra noi quanta più distanza possibile senza in realtà spostarsi da dove è inginocchiato.
Inclino la testa, osservandolo attentamente. Perché si sta ritraendo? Ho fatto qualcosa? Tento di finire di sistemare la benda da sola, ma è difficile fasciare il polso della mia mano dominante. Arrendendomi, lo tendo verso Torin.
«Un aiutino, per favore?», chiedo. Sento un respiro affannoso alle mie spalle e, ancora una volta, Torin sbatte le palpebre. A giudicare dalla sua espressione si direbbe che il tizio sia bravo a poker, ma quel battito di ciglia... No, è un segnale inequivocabile. Non sono ancora sicura di *cosa* mi stia dicendo, ma sono determinata a scoprirlo.
«Vuoi che ti aiuti?», ripete, le sue parole sono una domanda.
«Beh, sì, pensavo fosse quello che stavi facendo». Agito la mano finché lui non l'afferra e finisce di fasciarla.
«Grazie. Ehm, per quanto mi piaccia stare seduta sul pavimento con te, e davvero mi piace, è decisamente un passo avanti rispetto al correre per salvarmi la vita e nascondermi in un vicolo umido, c'è un altro posto dove possiamo andare mentre chiamo un Uber per portarmi a casa? Mi sto un po' congelando quaggiù», ammetto. Il cuoco tossicchia un po', come se stesse soffocando, e Laura si muove nervosamente. Torin sbatte di nuovo le palpebre. Dannazione, c'è qualcosa che non va.
«Dobbiamo parlare», è tutto ciò che dice.
Ci alziamo *davvero* dal pavimento, ma la stanza in cui ci spostiamo non è molto meglio. È una stanza piuttosto grande che sembra essere usata come deposito. Tuttavia, riusciamo a recuperare tre sedie per sederci. Torin resta in un angolo della stanza, appoggiato a uno scaffale. Vengo aiutata a sedermi dal cuoco, che si è presentato come Kyle.
A quanto pare Laura ha preso in mano la conversazione, molto più sicura di sé ora che Torin si è allontanato un po'. Mi chiedo perché sia così nervosa in sua presenza. Forse perché è il suo capo o qualcosa del genere? Sembra essere lui al comando qui, almeno. Sono un po' intimidita, NON da lui, anche se ha un aspetto spaventoso, ma dall'atmosfera grave che è calata su tutti. Cosa hanno intenzione di dirmi?
«Allora, immagino tu abbia capito che Torin non è esattamente umano, e nemmeno il tuo aggressore lo era», esordisce Laura. Sembra comprensiva. Annuisco.
«Beh, sì. Immagino non abbia senso fingere il contrario. Un modo un po' inaspettato di concludere la giornata», aggiungo con tono colloquiale. Non voglio che pensino che stia andando fuori di testa. Forse lo sono, un po'. Ma sono stata chiaramente fortunata. Voglio dire, quante probabilità ci sono di imbattermi in qualcuno capace di salvarmi da un vero mostro? Pochi minuti fa pensavo che sarei morta; a questo punto, qualsiasi cosa è meglio di quella fine.
«Sembri cavartela piuttosto bene, anche se potresti essere solo sotto shock», aggiunge lei.
«Grazie, credo...», lascio la frase in sospeso e Laura grugnisce quando Kyle le dà una gomitata.
«Smettila di girarci intorno e diglielo e basta», brontola lui. Laura sospira.
«Va bene. Ehm, Carina? Il fatto è che tu sei umana. Non dovresti sapere di queste cose. Sai, mostri e roba simile...», Laura si interrompe esitando e io intervengo per rassicurarla.
«Non dirò niente a nessuno. Cosa dovrei dire, poi? Che ho visto un tizio con le corna? La gente penserebbe che sono pazza!», rido goffamente, ma il sorriso mi muore sulle labbra quando nessuno si unisce a me.
«Beh... Sembri simpatica e tutto il resto, ma l'esperienza ci ha insegnato che non ci si può fidare delle persone quando dicono così. Magari ora sei sincera, ma alla fine vorrai raccontare a qualcuno ciò che hai visto, ciò che è Torin», dice Laura seriamente.
«Non so nemmeno *cosa* sia Torin. Ha importanza? Voglio solo andare a casa, fare un bagno caldo e fingere che questa intera serata non sia mai accaduta», mi lamento.
«Lo so. Troveremo una soluzione», dice Laura con espressione impietosita. Kyle sembra solo scontroso.
«Le regole dicono che quando succede una cosa del genere, dobbiamo occuparcene noi. Di solito significa che finiscono morti. Ovviamente non vogliamo questo, ma potremmo organizzare la cancellazione della sua memoria?», suggerisce. Cancellazione della memoria? Ho l'impressione di essermi imbattuta in qualcosa di più del semplice segreto di un ragazzo. Laura e Kyle la stanno prendendo un po' sul personale.
«La cancellazione della memoria è super pericolosa, però. Anche un mago talentuoso potrebbe accidentalmente cancellare troppo. Ricordi cosa è successo a Melody? Il suo ex l'ha tradita e voleva cancellarle la memoria quando lei l'ha scoperto. Ora ricorda a malapena qualcosa degli ultimi dieci anni! Potremmo rendere la povera Carina amnesica. Non sarebbe affatto giusto nei suoi confronti», obietta Laura.
Okay, non mi piace nessuna di queste opzioni. Pensavo di essere al sicuro qui, ma forse mi sbagliavo. Parlano di magia e cose varie. Sono incline a credere che non siano solo pazzi, ho visto troppo stasera per pensarlo. Ma questo peggiora solo le cose, perché significa che questi discorsi sulla morte o sul cancellarmi la mente sono conversazioni serie e reali. Devo andarmene da qui. I miei occhi saettano per la stanza. Riesco a raggiungere un'uscita?
Si posano su Torin, che se ne sta appoggiato al muro vicino alla porta. Il mio cuore batte all'impazzata, ma mentre lo guardo inizia a rallentare. Comincio a rilassarmi. La sua espressione è un'attenta faccia da poker, ma in qualche modo è confortante. Gli altri due stanno dando di matto e discutendo opzioni folli, ma lui sembra calmo. Inoltre, mi ha appena salvato la vita. Non credo che lascerebbe che mi facessero del male.
Per qualche motivo la sua presenza è rassicurante, mi fa sentire al sicuro. Non è poi così sorprendente, dopotutto mi ha salvata. Forse ci sto leggendo troppo, probabilmente per lui non è nulla di che, ma lo apprezzo. Mi piace piuttosto essere viva, e morire da sola in un vicolo sarebbe stato uno schifo. Sono viva, sono ragionevolmente al sicuro. Qualunque siano le conseguenze di questa serata, posso affrontarle.
Torno a sintonizzarmi sulla conversazione tra Laura e Kyle.
«Beh, non possiamo semplicemente lasciarla andare a casa. Dobbiamo tenerla d'occhio!», obietta Kyle a qualcosa che Laura ha appena detto.
«Ehm, prima o poi dovrò tornare a casa. Mio fratello verrà a cercarmi. Non ho intenzione di dirgli nulla. Posso restare per un po', ma non è che potete tenermi qui per sempre», faccio notare. Laura si acciglia e Kyle sembra incazzato.
«Resterai qui finché non saremo sicuri che sia sicuro per te andartene», afferma lui con fermezza. Scuoto la testa.
«Cosa intendi?», chiedo. Lui inarca un sopracciglio.
«Non ero io quello inseguito stasera. Quanto sei sicura che sia sicuro per te tornare a casa?», dice, il suo tono è cupo e io rabbrividisco. Non ci avevo pensato. Avevo dato per scontato che fosse solo un tizio a caso che inseguiva una donna vulnerabile per strada, una totale coincidenza. Ma ora che ci penso, mi sentivo osservata; forse non è stata solo sfortuna, dopotutto.
«Io... non lo so», rispondo, un po' spiazzata. Lui annuisce.
«Lo immaginavo. Devi restare qui». All'inizio mi sento confortata, mi sta ancora proteggendo, ma poi lui sbatte di nuovo le palpebre lentamente. Mi sembra di scorgere il minimo accenno di un cipiglio. C'è qualcosa che non lo rende felice. Si rivolge a Laura.
«Lancia un incantesimo di vincolo sulla signorina Akari. Non le deve essere permesso di fare un passo fuori da questo edificio».
















