Mi pietrifico sul posto, fissando la porta, fissando la figura del mio migliore amico ferma lì, che mi guarda con aria quasi innocente. E ho un fremito, notando come entra nell'ufficio dicendo: «Mi siete mancati voi due».
Una fitta di senso di colpa mi attraversa il petto, tagliente, lacerante.
«Mike...» La voce mi muore in gola e stringo le mani a pugno, poi mi sforzo di sorridere mentre lui si a
















