Julian mi sorregge, le mani salde sulle mie natiche, e si alza, ancora dentro di me. Serro le labbra per evitare di fare rumore mentre mi guida verso il bagno, con una calma tale da farmi accapponare la pelle. Riesco già a sentire i passi di mio padre avvicinarsi alla mia stanza quando Julian mi lascia andare dentro il bagno e chiude la porta con una mano sola.
«Angel?» La voce di mio padre suona
















