Mi lascia delicatamente a terra accanto al tavolo della cucina.
Stringendomi le braccia e fissando i miei occhi sgranati, sussurra con voce roca: “Sei proprio una coniglietta cattiva, cazzo.”
Mi fa girare di scatto, spinge la parte superiore del mio corpo sul tavolo, allarga le mie gambe alle caviglie e mi afferra i polsi, stringendoli dietro la schiena.
Si spinge dentro di me così improvvisamente
















