La fissai, spiazzata per un secondo, poi mi sfilai i tacchi e infilai i piedi nelle pantofole. Non mi ero nemmeno accorta che mi facevano male, fino a quel momento.
Il morbido pile mi avvolse le dita, un calore che mi risalì le gambe e si annidò in un punto stupido del petto. Il cuore mi batteva contro le costole come se stesse cercando di evadere di prigione.
Ashton mi gettò un’enorme coperta sul
















