Ashton
Zie oggi era strano, sfuggente. Non capivo cosa gli passasse per la testa, aveva un'espressione così impassibile quando è entrato nella stanza. Si è avvicinato al letto, si è spogliato senza fretta, rivelando quel corpo da peccato, e si è seduto sul materasso soffice. L'ho guardato, inarcando le sopracciglia, interrogativo.
"Vieni qui, *bambino*." Ha ordinato, il suo sguardo fisso su di me,
















