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Padre

Padre

Autore: Winston. W

Capitolo 9: Nudi
Autore: Winston. W
30 mag 2025
Zie "Andiamo da Ash," dissi a Stuart mentre lasciavamo l'ufficio. Stamattina presto ho mandato Ash da Elena; sarà lei a prendersi cura del suo aspetto. Non che Ashton abbia bisogno di un vero e proprio restyling, è già affascinante e bellissimo, ma voglio che sia impeccabile per l'evento di stasera, voglio che tutti mi invidino. Durante il tragitto, ho preso il cellulare e ho aperto Twitter. Come previsto, una valanga di notifiche mi ha invaso, ma non mi sono nemmeno degnato di guardarle. Ho semplicemente fatto scorrere i post di alcuni account secondari che seguo. Ero immerso in questo flusso continuo quando, all'improvviso, ho notato il nickname che Ashton usa per il suo account alternativo. Aveva twittato una foto tre ore prima. Ho cliccato sul post per vederla intera e non sono riuscito a trattenere le risate. Che figlio di buona donna! Era chiaramente in un camerino, con indosso un completo blu elegante. Sembrava persino presentabile, se non fosse per quel suo coso che spuntava prepotentemente dai pantaloni lucidi. Non potevo fare a meno di pensare che sembrasse uno di quegli attori porno gay che vanno tanto di moda. "Siamo arrivati, signore," annunciò Stuart, riportandomi alla realtà. Non mi ero nemmeno accorto che fossimo giunti a destinazione, troppo occupato a leggere i commenti alla foto di Ash. Spensi il cellulare e lo rimisi in tasca. Scesi dall'auto e mi diressi verso l'hotel dove Ash mi stava aspettando. "Ha una prenotazione, signore?" chiese la receptionist con fare cortese. Sembrava nuova, dato che frequento regolarmente questo hotel da quando è diventato di proprietà di mio cugino Rex. "Zie Mendez," risposi, sfoggiando un sorriso. Riuscii a percepire lo stupore nei suoi occhi. Senza attendere una sua risposta, mi diressi spedito verso l'ascensore. Premetti il pulsante del quattordicesimo piano e aspettai pazientemente che le porte si aprissero. Raggiunsi la stanza 204, quella dove si trovava Ash. Avevo dato istruzioni precise a Elena di accompagnarlo lì dopo che si fosse preparato. Non vedevo l'ora di ammirarlo. Non bussai nemmeno, appoggiai semplicemente la mano sullo scanner della porta e questa si aprì automaticamente. Appena entrai, Ashton indossava già il completo blu che aveva pubblicato su Twitter. Sembrava non essersi accorto della mia presenza, così decisi di fargli uno scherzo. Mi avvicinai lentamente, contando silenziosamente da uno a tre, e gli urlai "BU!" nell'orecchio, quando ormai ero a pochi centimetri da lui. "CAZZO!" esclamò, sussultando. Si massaggiò il petto, perso nei suoi pensieri, tanto da non avermi sentito arrivare. Scoppiai a ridere, anche se debolmente, per la sua reazione. "Zie, figlio di puttana, vuoi farmi venire un infarto?" chiese con voce sommessa. "Se solo ti fossi visto, tesoro, eri esilarante!" Lo presi in giro, vedendo le sue guance colorarsi di rosso. Non riuscii a trattenermi dal pizzicarle. Era adorabile. Merda, che mi succede? "Tsk, non fa ridere," ribatté, fingendo di essere arrabbiato, ma scommettevo che non lo fosse affatto. "A proposito, ti piace il tuo nuovo look, baby?" gli sussurrai all'orecchio, avvolgendo le mie braccia attorno alla sua vita e stringendolo a me, finché non sentì la mia erezione premere contro il suo sedere. "Sì, papà," rispose. Inarcai le sopracciglia, sorpreso da quel "papà" inaspettato. Dannazione, suonava così eccitante e seducente che l'avrei scopato lì stesso, se non avessimo avuto quell'evento a cui partecipare. "Cazzo, baby, cosa mi stai facendo?" lo accusai, con un tono di voce profondo e baritonale. Ash mi guardò con curiosità. Cazzo! Persino i suoi occhi mi imploravano di spogliarlo e piegarlo sul tavolo. "Cosa? Non ti sto facendo niente," disse con una risatina maliziosa, come se volesse provocarmi. Alzai un sopracciglio, sfidandolo. "Non senti il mio cazzo duro che scalpita per uscire dai pantaloni, tesoro?" gli chiesi, accentuando ulteriormente la pressione del mio membro contro la sua gamba. "E allora fallo uscire, papà," sussurrò. La sua voce innocente sembrava essere la causa di quella mia erezione prepotente, che lottava per liberarsi dai pantaloni. "Più tardi, baby, all'evento," risposi. "Okay, papà," disse, dandomi un bacio sulla guancia. "Sei pronto?" chiesi. "Sì! Nato pronto!" rispose, ridacchiando. Controllai l'ora sul mio orologio: erano già le sei di sera. Gli porsi il braccio e lui lo afferrò con entusiasmo. "Andiamo," dissi, e uscimmo dalla stanza. Un silenzio ovattato ci avvolse mentre ci allontanavamo dall'hotel. Eravamo a metà strada quando Ashton mi toccò la gamba per attirare la mia attenzione. "Ma perché dobbiamo indossare un completo, se l'evento a cui stiamo andando è qualcosa di... spinto?" chiese, con curiosità. "Preferiresti andarci vestito di pelle, tesoro?" gli proposi. E l'immagine di lui vestito solo di pelle non mi aiutava affatto a risolvere il problema della mia erezione. Maledetti ormoni! "No, chiedevo solo. Questo completo va bene," rispose, soffocando una risata. Gli cinsi la vita con un braccio e lui appoggiò la testa sulla mia spalla. Un silenzio avvolgente calò su di noi, ma un silenzio confortevole, come se esistessimo solo io e Ash, insieme nel nostro mondo.

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