La musica rimbomba nel club e, devo ammetterlo, sto davvero iniziando a divertirmi. Janeen mi ha persino vestita stasera, cosa che di solito mi metterebbe a disagio, ma le ho lasciato prendere il controllo. Quello che lei chiama un "abito" è più un telo di tessuto argentato che scende sul mio davanti e poi si avvolge basso attorno ai fianchi. È tenuto insieme sulle spalle da una ragnatela di fili argentati. Mi ha anche arricciato i lunghi capelli rossi in onde e mi ha truccata con ombre scure e labbra rosse e piene. Guardandomi nelle pareti a specchio del club, mi sento… beh, arrossisco ad ammetterlo, ma mi sento davvero sexy. Janeen si siede accanto a me, ridendo, salutando con la mano l'uomo con cui stava parlando. Rivolge la sua attenzione a me, con gli occhi un po' vitrei. "Ti stai divertendo, piccola Fay?" chiede, facendomi un sorriso ampio e invitante. Non posso fare a meno di ricambiare il sorriso. "Sì," dico, ridendo. Ma poi Janeen si irrigidisce accanto a me. C'è un uomo in piedi dall'altra parte dell'area VIP, con le braccia incrociate, che la fissa. Mentre guardo, inizia a camminare verso di noi. Janeen si alza rapidamente in piedi, allungando le braccia per avvolgere questo grosso sacco di patate di un uomo in un abbraccio. Faccio una smorfia – sembra che non si lavi da un po'. "Dean!" dice, e capisco che la sua voce è falsamente allegra. "Come stai, splendore?" "Janeen," dice lui, spingendola via da sé. "Dobbiamo parlare." "Hai conosciuto la mia sorellina, Fay?" chiede lei, indicandomi con un grande sorriso. "Fay, questo è Mike Dean, un vecchio amico. È il manager del club." Gli occhi di Dean mi scrutano, soffermandosi sulla generosa porzione di coscia esposta da questo vestitino. A disagio, cerco di tirarlo giù un po' più in basso con il pugno. "Ehm, ciao," dico, esitante. Lui prende Janeen per il gomito. "Andiamo," dice. "Parleremo nel retro." "Okay," mormora Janeen, improvvisamente seria. Si china per sussurrarmi. "Sono solo cose di lavoro, non preoccuparti." Le faccio un piccolo sorriso e annuisco. Detto questo, Janeen segue Dean nel retro. Sono via per un sacco di tempo. Ansiosamente, passo la mano sul ferretto del mio reggiseno, sentendo il minuscolo coltello a serramanico che vi ho nascosto. L'unico possesso che mia madre mi ha lasciato nel suo testamento. L'ho infilato nel mio reggiseno stasera, per precauzione. Non so davvero come usarlo, ma mi calma sapere che è lì. Passa un'altra mezz'ora e la porta si apre. Dean ne esce, ma il mio stomaco crolla. Dov'è mia sorella? Gli occhi di Dean si posano su di me mentre inizia a muoversi più avanti nel club. Lo vedo pronunciare la parola "merda", e poi si avvicina a me. "La sorella di Janeen, giusto?" "Sì?" "Si è sentita male," dice. "Sta solo vomitando, ma è un po' verde in faccia in questo momento," dice, indicando il suo stesso collo. Mi alzo e mi volto verso la porta del personale, intenzionata ad andare a trovare mia sorella, ma lui mi ferma. "No, ascolta," dice, "non vorrà che tu la veda così. Vieni con me, ti porterò in un posto dove puoi aspettare più comodamente." Mi tira avanti. Mi trascino dietro di lui, confusa e preoccupata, mentre mi trascina rapidamente attraverso il club fino a una porta nera, spingendola ad aprirsi. L'interno è a malapena illuminato – una stanza buia con specchi sul soffitto e minuscoli fori di luce che salgono dal pavimento. Un'ampia panca di velluto avvolge la stanza con piccoli tavolini da cocktail neri allineati di fronte. Sbatto le palpebre, cercando di far abituare i miei occhi, mentre Dean mi sistema a un tavolino vicino alla porta. "Aspetta qui un po'," dice Dean, guardando oltre di me. "Farò in modo che qualcuno ti porti un drink. Tua sorella starà bene presto." Poi, si allontana. Qualcuno mi porta un drink e io ne bevo un sorso, ma poi, rendendomi conto che potrebbe essere drogato con qualcosa, lo allontano da me. Mentre i miei occhi si adattano, mi guardo intorno nella stanza e mi rendo conto di non essere sola qui dentro. Corpi, per lo più in coppia, si contorcono insieme sui sedili di velluto nero. Alcuni ballano, ma alcuni… beh, quella ragazza è in ginocchio. I miei occhi si spalancano mentre capisco cosa sta facendo. Salto in piedi, arrossendo e dirigendomi verso la porta. Non appena la raggiungo, però, Dean la attraversa di nuovo. "Whoa whoa whoa!" dice, alzando le mani per fermarmi. Mi rimpicciolisco di fronte a lui. "Dove stai andando, tesoro?" dice, strofinando una mano su e giù per il mio braccio. Istintivamente, mi tiro via il braccio. Dean continua a muoversi verso di me, ma per ogni passo che fa lui, io ne faccio uno indietro. Presto, sento di urtare un tavolo dietro di me. Lui si preme contro di me. Non c'è nessun altro posto dove andare. "Faresti meglio a fare la brava ragazza per me," sussurra Dean, col suo alito caldo sul mio viso. "Altrimenti tua sorella pagherà. Mi deve un sacco di soldi. Stasera, ne ripagherai un po'." Sono spaventata a morte, un piccolo gemito mi sfugge dalla bocca. "Ti dispiace?" La voce si trascina da dietro Dean. "Quella è la mia psicoterapeuta che stai molestando." Sento il peso di Dean sollevarsi da me mentre si volta verso la voce. Sbircio dietro di lui, riconoscendola, scioccata. Non può essere – Ma lì, dietro di lui, c'è il Re della Mafia, con le mani freddamente infilate nelle tasche. "Non avevamo ancora finito con le nostre sessioni," dice Lippert. "Quindi ti dispiacerebbe toglierle il cazzo di dosso?" "Okay, capo," dice Dean, alzando le mani. "Non lo sapevo." Lippert fa un cenno con il mento verso di lui, dicendogli di sparire. Dean mi lancia un'occhiataccia mentre se ne va. Lippert fa un passo avanti e mi prende il mento tra il dito e il pollice, rigirando il mio viso verso di lui. "Ciao, Fay Thompson," dice, sorridendo con aria furba. "Ti sono mancato?" Lo fisso, con tutti i pensieri congelati nella mia mente. Una parte di me – la parte sana – sa che dovrei urlare e scappare. Ma sono bloccata sul posto, un topo catturato da un cobra. "Beh, dottoressa," fa le fusa. "Dovremo fare un piccolo spettacolo, per Dean lì. Se ti lasciassi andare ora, probabilmente ti taglierebbe la gola per l'imbarazzo che gli hai causato." Do un'occhiata al bar e vedo Dean bere profondamente un liquore marrone, fissandoci. Il mio respiro aumenta mentre inizio a farmi prendere dal panico, mentre Lippert fa un altro passo verso di me. Sono intrappolata ora – intrappolata tra questo re di fronte a me e il selvaggio al bar. Voglio scappare ma so che non posso. "Solo un piccolo spettacolo, Fay," dice. "Dovremmo renderlo più convincente?" Fa scivolare una mano sotto la spallina impalpabile che tiene su il mio vestito sulla spalla. Lentamente, l'avvolge attorno al suo dito, tirando il tessuto teso contro la mia pelle. Poi tira, spezzandola. L'angolo sinistro del davanti del mio vestito si affloscia, rivelando il mio reggiseno senza spalline argentato sottostante. "Sai, dottoressa," sussurra, fissando il mio petto. "Volevo farlo il primo giorno che ci siamo incontrati." Mentre lo ascolto so che non è solo la paura che mi scorre più nelle vene. Qualcosa nel suo viso, il desiderio che vedo lì, mi fa desiderare di più. Mi fa desiderare che lui mi voglia di più. Dio – cosa c'è che non va in me? Alla vista di quest'uomo pericoloso – questo criminale – che mi guarda con fame negli occhi – sento un calore tra le gambe, mi sento inumidirmi. Rimango ferma, lasciandolo fissare, volendo che lui – I miei occhi si spalancano mentre mi rendo conto della direzione dei miei pensieri. Volere che lui cosa, mi stupri, qui nello strip club? È seriamente così che voglio perdere la verginità?! Ansimo al pensiero, di nuovo piena di paura e panico. La mia mano vola al petto, infilandosi sotto il reggiseno, afferrando il coltello a serramanico di mia madre. Lo tiro giù al mio fianco, la mia mano trema mentre lo apro. Poi, facendomi forza, urlo più forte che posso e alzo la mano, puntando la lama direttamente al lato del collo di Lippert.