Peter mi fissa come se, all'improvviso, mi fossero spuntate una coda e delle branchie proprio lì, sul pavimento del laboratorio. L'intensità pura della sua incredulità visibile è quasi sufficiente a farmi ripensare a me stessa. Quasi.
"Tu... vuoi entrare in quella macchina? Proprio in quella?" chiede Peter, la voce sottile per lo shock mentre indica il dispositivo di mappatura genetica che incombe
















