VIOLETTA
Mi svegliai con la sensazione che la mia testa fosse stata usata come un tamburo in un concerto rock durato tutta la notte. La luce era troppo forte, la mia bocca era asciutta, e ogni pulsazione mi martellava il cranio.
Nota mentale per me stessa: mai più troppi cicchetti.
Con un gemito, mi misi a sedere e mi massaggiai le tempie, poi scivolai fuori dal letto, dirigendomi a passi felpati
















