Passano alcuni minuti terribili in cui considero cosa diavolo mi succederà se la gente dovesse scoprire il cadavere del Capo della Mafia nella mia stanza.
Ma, durante quei minuti, il respiro di Kent si addolcisce. L’orribile, contratta espressione di dolore scompare e il suo viso riprende i suoi lineamenti normali. È ancora sudato e sfinito, ma aveva ragione. Passa.
«Stai… stai bene?» mi azzardo a
















